lunedì 24 marzo 2014

Documento sottoposto all'Assemblea Provinciale del PD di Vibo Valentia sulla legalità


La Politica deve assumere come sua missione l’affermazione dei valori della legalità non solo attraverso iniziative mirate ed eventi ma, soprattutto, mediante l’azione quotidiana dei propri rappresentanti. Solo così saremo in grado di far riacquisire ai cittadini la speranza e la fiducia nell’istituzione e potremo far valere  l’autorità della legge, esigendo da tutti in modo imparziale il rispetto delle regole.  

Dall’ultimo report di LegAutonomie Calabria sulle intimidazioni agli amministratori locali presentato a Cosenza lo scorso mese di febbraio, emerge che  oltre il 50% dei comuni sciolti nel 2013 per mafia (9 su sedici) sono in Calabria.

Dal 1991 ad oggi, sempre secondo quanto emerge dallo studio, un comune calabrese su dieci (12,5%) è stato interessato da almeno uno scioglimento per mafia, con punte elevatissime in provincia di Reggio Calabria (32%) e di Vibo Valentia (24%) e più modeste nelle altre province.
Dei nove comuni che compongono la “Costa degli Dei” ben sei nel tempo, alcuni anche più di una volta, hanno subito lo scioglimento del consiglio comunale, per ingerenze della criminalità organizzata tali da esporre le amministrazioni a pesanti condizionamenti. Da ultimo i Comuni di Joppolo e Ricadi.
Il territorio vibonese è purtroppo da tempo a pieno titolo inserito nell'elenco dei territori afflitti dalla criminalità organizzata e gli ultimi episodi, in ordine di tempo, lo testimoniano in maniera chiara.

Gli arresti recenti sono una parziale spiegazione dei silenzi e dei timori percepibili nella nostra realtà. Tuttavia bisogna andare oltre, fino a mettere allo scoperto le radici sociali di fenomeni che non possono essere spiegati solo con la disonestà personale di funzionari e singoli amministratori, ma assumono la dimensione sistemica di una società che sa ma per paura e convenienza continua a tacere.
Quindi, dinanzi alla complessità della questione non possiamo cancellare il nostro dovere di reagire alla sfida criminale, investendo sulla cultura della legalità, sullo sviluppo e sulla crescita del territorio affermando sempre di più l’autorità dello Stato e delle sue regole di civile convivenza.
Per fare tutto ciò è di fondamentale importanza iniziare dalla scuola quale luogo di formazione della nostra futura classe dirigente.
Il traguardo finale indicato da Reggi, Sottosegretario all’istruzione, all’incontro sulla legalità tenutosi a Pizzo Calabro, è ancora più ambizioso: «La Scuola che abbiamo in mente deve contribuire in maniera decisiva a ripristinare la coesione sociale compromessa dalle crisi di credibilità subite negli ultimi anni dall’economia e dalla politica».
Occorre continuare a dimostrare che veramente la legge è uguale per tutti e che non ci sono persone, clan e sacrari inattaccabili. Il lavoro della magistratura, delle forze dell'ordine, di tanti educatori sparsi anche nelle zone più impervie della Calabria deve continuare per sconfiggere definitivamente la 'ndrangheta ed il malaffare ad essa funzionale. E' una scelta di vita che non può essere delegata ad altri: è un compito di tutti noi, di cittadini singoli ed associati che desiderano vivere in una Calabria libera e non violenta, e soprattutto è un compito della politica. E' un impegno da condividere e che certamente ci farà finalmente dimostrare che lo Stato c'è. E’ necessario rafforzare l'opera di contrasto alla criminalità svolta dalle Forze dell'ordine e dalla magistratura, potenziandone l'organico e supportandoli di mezzi al fine di garantire maggiore sicurezza e tranquillità a tutti i cittadini che vivono e operano sul territorio.

Negli ultimi anni c'è stata un'evidente sovraesposizione dei sindaci  che non possono diventare, però, il parafulmine della legalità sui territori. Troppi poteri concentrati in questa figura espongono a condizionamenti.
Bisogna ridare funzione e ruolo agli organi collegiali per garantire maggiore trasparenza nell'azione amministrativa e maggiore democrazia. Sarebbe necessaria una ulteriore riforma. Lo stesso spoil system in Italia non sempre ha saputo dare risposte anche in termini di competenza dei dirigenti nominati dalla politica. Purtroppo, i partiti hanno divorato gli apparati burocratici, distruggendone l’imparzialità prescritta dall’articolo 97 della Carta Costituzionale, scegliendo capi e sottocapi attraverso lo spoils system, ma “il dirigente selezionato per meriti politici diventa giocoforza un politico lui stesso, acquista l’autorità per governare in luogo del governo, si sostituisce legittimamente al suo ministro”.

Altro elemento fondamentale per la legalità è la necessaria trasparenza e chiarezza nelle attività della Pa: ogni centesimo speso dalla pubblica amministrazione dovrà essere visibile on line e consultabile da parte di tutti. Questo non significa solo il Freedom of Information Act, ma una rivoluzione nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione tale per cui il cittadino può verificare giorno dopo giorno ogni gesto che fa il proprio rappresentante.
Tutti i funzionari e dirigenti non devono essere sottratti alle loro responsabilità: erariali, penali e civili. Se ne aggiungerà un'ulteriore, quella da mancato raggiungimento degli obiettivi, una responsabilità che va a tradurre in italiano la cosiddetta accountability.

La politica deve essere custode attenta e scrupolosa del nostro territorio e non vogliamo che siano altri, meno attenti e senza scrupoli, a decidere cosa farne, a decidere di abbrutirlo, di trasformarlo con illegittimi abusi.
La XIX edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", che si svolgerà a Latina il 22 marzo, sia da monito affinché venga affermato l’alto senso della legalità, di quella legalità che va nella direzione del bene comune e dell’interesse generale.

Assemblea Provinciale del Partito Democratico di Vibo Valentia 
( 20 marzo 2014)

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