lunedì 24 marzo 2014

Canduci PD : Welfare e Politiche sociali, un Forum a Vibo Valentia.

Care/i amiche/i e compagne/i,

qualcuno ha detto che la provincia di Vibo Valentia rappresenta il Sud della Calabria per tutti i record negativi che va sommando negli ultimi anni. Fabbriche che chiudono, territorio devastato dalle alluvioni che producono danni che non vengono riparati, recrudescenza della criminalità organizzata, disoccupazione, abbandono.
Eppure questa è la provincia che possiede le maggiori potenzialità in termini di cultura, tradizioni, bellezze artistiche e paesaggistiche e di ricadute economiche per la cornice turistica che offre in una stagione estiva che, ahinoi, dura troppo poco.

Sullo stato del degrado, al pari di ciascuno di voi, ne sa qualcosa chi vi parla che, insieme agli amici del volontariato, alle autorità scolastiche e alle più alte autorità della provincia, il 22 gennaio scorso ha contribuito ad organizzare a Cessaniti una manifestazione per l’affermazione della cultura della legalità davanti a un’attenta platea di studenti. Perché ritengo che possiamo risalire la china, in ogni campo, partendo dai nostri ragazzi, inculcando loro principi sani e valori saldi. Senza nessuna concessione alla retorica.
 Dentro questi scenari, dentro problemi acuti e spinosi c’è la nostra quotidianità, la vita delle famiglie, di chi deve arrivare alla fine del mese, di chi è precario, di chi è ammalato ed ha bisogno di cure, di chi ha bisogno di servizi perché non tutte le prove si possono superare da soli. Insomma, la nostra vita di tutti i giorni. 

Quelle cose che la sinistra ha inseguito e in larga parte ottenuto e che ora rischia di perdere.
Le conquiste sociali, la tutela dei diritti, la difesa dei più deboli, quell’insieme di leggi e norme che sono state conquistate negli anni attraverso lotte, scioperi, manifestazioni.
Insomma, sto parlando del welfare, lo stato sociale che viene incontro a chi ha più bisogno. Desidero accennare anche alle politiche sociali che sono in campo. 

Come difenderle? Come migliorarle? Come aggiornarle?

Nel 2011 il nostro Partito tenne a Napoli il Forum del welfare e delle politiche sociali alla presenza di Pierluigi Bersani. Allora si disse: “Sono oltre centomila i posti di lavoro femminili andati in fumo con la crisi in tutta Italia. Ma nel Mezzogiorno la disoccupazione in rosa ha toccato il 15,4%, ben cinque punti sopra il livello maschile e il doppio delle colleghe del settentrione, dove il tasso di disoccupazione è fermo al 6,9%. Nel Sud come in Spagna e in Grecia, peggio ancora della Grecia se si parla del tasso di occupazione: trenta punti meno della media di Lisbona”. La situazione, se possibile, è peggiorata, e non si sa come uscire e, nello stesso tempo, guardarsi dai facili populismi. 
Un recente rapporto Svimez racconta come solo 23,3 ragazze su 100, fra i 15 e i 34 anni, risultino occupate. Ma con un incredibile paradosso.  Svimez dice le donne del Sud risultano tra le punte più «avanzate della modernizzazione - perché hanno investito in un percorso di formazione e di conoscenza che le rende depositarie di quel "capitale umano" che serve per competere nel mondo di oggi - e insieme le vittime designate di una società più immobile che altrove»

Insomma: prigioniere della terra dove sono nate, dell`immobilismo che la caratterizza, malgrado sia cresciuto il tasso di scolarità secondaria, che ha raggiunto il 94,4%, ben tre oltre punti sopra a quello del Centro Nord, malgrado «il balzo straordinario» compiuto negli ultimi anni, sono risorse inutilizzate, fuori dal mercato del lavoro. E quelle che il lavoro ce l’hanno guadagnano il 70% in meno rispetto ad un collega maschio del Centro-Nord: a loro più che a chiunque altro vengono riservati i contratti "atipici" cioè precari, il part-time, quelli di collaborazioni occasionali (sono il 20%) ; è a loro che viene riservata la fetta principale della flessibilità «negativa». 

Siamo, dunque, in un’area del Paese dove il welfare funziona meno che altrove, dove il tempo pieno a scuola in alcune città è addirittura sconosciuto, gli asili nido un bene introvabile, raro.
Questo che tratto oggi davanti all’assemblea provinciale è un argomento vasto in cui ci si può perdere nei meandri delle analisi sociologiche.
L’attuale situazione socio economica risente di una crisi che ha ha fra le diverse conseguenza un impatto forte per le Politiche ed ai Servizi Sociali.

La Conferenza delle Regioni ha individuato 5 Macro Obiettivi di Servizio:
1) Servizi per l’accesso e la presa in carico dalla rete assistenziale;
2) Servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio;
3) Servizi a carattere comunitario per la prima infanzia;
4) Servizi a carattere residenziale per le fragilità;
5) Misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito.

Su questo terreno lancio  la proposta al segretario Michele Mirabello di farsi carico dell’idea di tenere a Vibo Valentia  un Forum del Welfare e delle politiche sociali in continuità con quanto discusso a Napoli.

Ma ecco cosa chiedono le Regioni al governo centrale:
    a) una stabilità almeno triennale e incrementale a partire dal 2014, dei finanziamenti statali riguardanti – in senso lato - gli interventi sociali, con particolare riferimento al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e al Fondo per le non Autosufficienze, individuando una dimensione finanziaria accettabile per stabilizzare, almeno ad un livello minimo gli Obiettivi di Servizio, quella del 2009 (520 milioni di euro per il FNPS e 400 milioni per il FNA); ripristinando il FNPS nella sua dotazione originaria (legge di Stabilità 2014).

    b) una confluenza temporale nei primi mesi dell’anno, per la erogazione dei citati fondi, per un programmazione triennale/annuale dei servizi;
     
   c) la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l’apporto di altri Ministeri sotto il profilo della Salute (nuovo Patto per la Salute) per tutte le fragilità e per la non autosufficienza, sotto il profilo del Lavoro.

     d) il rafforzamento, nel rispetto dei modelli di governance delle Regioni, del confronto e del coinvolgimento delle Autonomie Locali. Siccome  questo tema deve essere il più largo e circolare possibile voglio confrontarmi e agganciarmi con la campagna “Miseria Ladra” per combattere povertà e mafie e uscire dalla crisi promossa dal Gruppo Abele con l’appoggio di Libera e di centinaia di realtà del sociale e del volontariato laico e cattolico.
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Di seguito il link con le 10 proposte di Miseria Ladra . http://www.miserialadra.it/le-10-proposte/ 

MARIA CANDUCI ( direzione provinciale PD Vibo Valentia)

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