venerdì 28 marzo 2014

Chiusura L’Ora della Calabria una sconfitta culturale per tutti


Apprendiamo con dispiacere e preoccupazione della probabile chiusura del giornale “ L’Ora della Calabria” - dichiara il Segretario Mirabello.

Un organo d’informazione che viene meno è una sconfitta culturale per tutti  ancor di più in una Regione come la nostra dove il dibattito molte volte è poco libero e chiaro. Ci stringiamo accanto ai giornalisti , i quali già svolgono un lavoro difficile, sperando ci siano ancora le condizioni affinché quanto detto non avvenga.  

Auspichiamo – continua  - ci siano imprenditori, privati, che abbiano a cuore la libertà d’informazione pronti ad investire, a rilanciare il giornale. Garantire la pluralità d’informazione è un pilastro della democrazia.  Chiudere un giornale significa chiudere delle menti, tappare delle bocce, cosa che una Regione come la nostra non può assolutamente permettersi.


Anche Maria Canduci, dirigente provinciale si stringe accanto i giornalisti.

La mia solidarietà - dichiara - è specifica nei confronti dei posti che si possono perdere. Ma è anche una solidarietà generale per il precariato che ci sommerge. Come dirigente provinciale del Partito democratico mi rifiuto di pensare che questa regione non possa avere strumenti, non dico di normalità, di emergenza, persino di sopravvivenza, ma di quel minimo vitale. Mi raccontano, e sarà vero, che il corpo redazionale aveva già fatto dei sacrifici e, paradossalmente, c’erano segnali positivi di ripresa in termini di vendita e di raccolta di pubblicità. E adesso corre voce che la luce si sta spegnendo come una candela che si consuma..

martedì 25 marzo 2014

Scalea : Il PD vibonese presente alla manifestazione No ‘Ndrangheta

La federazione di Vibo Valentia domani sarà presente alla manifestazione No ‘Ndrangheta che si svolgerà a Scalea. 

“Da sempre impegnati per la lotta alla criminalità organizzata, pensiamo che questa iniziativa sia un segnale importante per la nostra terra, la presenza del Segretario e Premier Matteo Renzi sottolinea la necessità e la voglia di rilanciare la Regione con una seria politica di sviluppo e di buona politica.

 Durante l’assemblea provinciale del nostro Partito, che si è svolta la settimana scorsa - dichiara il segretario Michele Mirabello - è stato presentato inoltre un documento sulla legalità, votato all’unanimità.” 
Dalla federazione di Vibo Valentia domani partiranno due pullman di militanti e dirigenti che parteciperanno all’iniziativa.

lunedì 24 marzo 2014

Canduci PD : Welfare e Politiche sociali, un Forum a Vibo Valentia.

Care/i amiche/i e compagne/i,

qualcuno ha detto che la provincia di Vibo Valentia rappresenta il Sud della Calabria per tutti i record negativi che va sommando negli ultimi anni. Fabbriche che chiudono, territorio devastato dalle alluvioni che producono danni che non vengono riparati, recrudescenza della criminalità organizzata, disoccupazione, abbandono.
Eppure questa è la provincia che possiede le maggiori potenzialità in termini di cultura, tradizioni, bellezze artistiche e paesaggistiche e di ricadute economiche per la cornice turistica che offre in una stagione estiva che, ahinoi, dura troppo poco.

Sullo stato del degrado, al pari di ciascuno di voi, ne sa qualcosa chi vi parla che, insieme agli amici del volontariato, alle autorità scolastiche e alle più alte autorità della provincia, il 22 gennaio scorso ha contribuito ad organizzare a Cessaniti una manifestazione per l’affermazione della cultura della legalità davanti a un’attenta platea di studenti. Perché ritengo che possiamo risalire la china, in ogni campo, partendo dai nostri ragazzi, inculcando loro principi sani e valori saldi. Senza nessuna concessione alla retorica.
 Dentro questi scenari, dentro problemi acuti e spinosi c’è la nostra quotidianità, la vita delle famiglie, di chi deve arrivare alla fine del mese, di chi è precario, di chi è ammalato ed ha bisogno di cure, di chi ha bisogno di servizi perché non tutte le prove si possono superare da soli. Insomma, la nostra vita di tutti i giorni. 

Quelle cose che la sinistra ha inseguito e in larga parte ottenuto e che ora rischia di perdere.
Le conquiste sociali, la tutela dei diritti, la difesa dei più deboli, quell’insieme di leggi e norme che sono state conquistate negli anni attraverso lotte, scioperi, manifestazioni.
Insomma, sto parlando del welfare, lo stato sociale che viene incontro a chi ha più bisogno. Desidero accennare anche alle politiche sociali che sono in campo. 

Come difenderle? Come migliorarle? Come aggiornarle?

Nel 2011 il nostro Partito tenne a Napoli il Forum del welfare e delle politiche sociali alla presenza di Pierluigi Bersani. Allora si disse: “Sono oltre centomila i posti di lavoro femminili andati in fumo con la crisi in tutta Italia. Ma nel Mezzogiorno la disoccupazione in rosa ha toccato il 15,4%, ben cinque punti sopra il livello maschile e il doppio delle colleghe del settentrione, dove il tasso di disoccupazione è fermo al 6,9%. Nel Sud come in Spagna e in Grecia, peggio ancora della Grecia se si parla del tasso di occupazione: trenta punti meno della media di Lisbona”. La situazione, se possibile, è peggiorata, e non si sa come uscire e, nello stesso tempo, guardarsi dai facili populismi. 
Un recente rapporto Svimez racconta come solo 23,3 ragazze su 100, fra i 15 e i 34 anni, risultino occupate. Ma con un incredibile paradosso.  Svimez dice le donne del Sud risultano tra le punte più «avanzate della modernizzazione - perché hanno investito in un percorso di formazione e di conoscenza che le rende depositarie di quel "capitale umano" che serve per competere nel mondo di oggi - e insieme le vittime designate di una società più immobile che altrove»

Insomma: prigioniere della terra dove sono nate, dell`immobilismo che la caratterizza, malgrado sia cresciuto il tasso di scolarità secondaria, che ha raggiunto il 94,4%, ben tre oltre punti sopra a quello del Centro Nord, malgrado «il balzo straordinario» compiuto negli ultimi anni, sono risorse inutilizzate, fuori dal mercato del lavoro. E quelle che il lavoro ce l’hanno guadagnano il 70% in meno rispetto ad un collega maschio del Centro-Nord: a loro più che a chiunque altro vengono riservati i contratti "atipici" cioè precari, il part-time, quelli di collaborazioni occasionali (sono il 20%) ; è a loro che viene riservata la fetta principale della flessibilità «negativa». 

Siamo, dunque, in un’area del Paese dove il welfare funziona meno che altrove, dove il tempo pieno a scuola in alcune città è addirittura sconosciuto, gli asili nido un bene introvabile, raro.
Questo che tratto oggi davanti all’assemblea provinciale è un argomento vasto in cui ci si può perdere nei meandri delle analisi sociologiche.
L’attuale situazione socio economica risente di una crisi che ha ha fra le diverse conseguenza un impatto forte per le Politiche ed ai Servizi Sociali.

La Conferenza delle Regioni ha individuato 5 Macro Obiettivi di Servizio:
1) Servizi per l’accesso e la presa in carico dalla rete assistenziale;
2) Servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio;
3) Servizi a carattere comunitario per la prima infanzia;
4) Servizi a carattere residenziale per le fragilità;
5) Misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito.

Su questo terreno lancio  la proposta al segretario Michele Mirabello di farsi carico dell’idea di tenere a Vibo Valentia  un Forum del Welfare e delle politiche sociali in continuità con quanto discusso a Napoli.

Ma ecco cosa chiedono le Regioni al governo centrale:
    a) una stabilità almeno triennale e incrementale a partire dal 2014, dei finanziamenti statali riguardanti – in senso lato - gli interventi sociali, con particolare riferimento al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e al Fondo per le non Autosufficienze, individuando una dimensione finanziaria accettabile per stabilizzare, almeno ad un livello minimo gli Obiettivi di Servizio, quella del 2009 (520 milioni di euro per il FNPS e 400 milioni per il FNA); ripristinando il FNPS nella sua dotazione originaria (legge di Stabilità 2014).

    b) una confluenza temporale nei primi mesi dell’anno, per la erogazione dei citati fondi, per un programmazione triennale/annuale dei servizi;
     
   c) la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l’apporto di altri Ministeri sotto il profilo della Salute (nuovo Patto per la Salute) per tutte le fragilità e per la non autosufficienza, sotto il profilo del Lavoro.

     d) il rafforzamento, nel rispetto dei modelli di governance delle Regioni, del confronto e del coinvolgimento delle Autonomie Locali. Siccome  questo tema deve essere il più largo e circolare possibile voglio confrontarmi e agganciarmi con la campagna “Miseria Ladra” per combattere povertà e mafie e uscire dalla crisi promossa dal Gruppo Abele con l’appoggio di Libera e di centinaia di realtà del sociale e del volontariato laico e cattolico.
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Di seguito il link con le 10 proposte di Miseria Ladra . http://www.miserialadra.it/le-10-proposte/ 

MARIA CANDUCI ( direzione provinciale PD Vibo Valentia)

La nuova legge elettorale regionale garantisca rappresentanza anche alle province più piccole.

Documento sottoposto all’Assemblea Provinciale del Partito Democratico di Vibo Valentia sulla Proposta di Legge Elettorale della Regione Calabria che si discuterà nella seduta del Consiglio Regionale del 31 Marzo 2014




Il Consiglio Regionale della Calabria il prossimo 31 marzo andrà a discutere in prima lettura la revisione dello Statuto necessaria dopo la sentenza n. 35 emanata lo scorso 6 marzo dalla Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale con la sopra richiamata sentenza n. 35/ 2014 ha dichiarato:
1) l'illegittimità costituzionale degli art. 1 della delibera legislativa statutaria della Regione Calabria n.279 del 2013, nella parte in cui riduce il numero dei consiglieri regionali da 50 a 40 (anziché a 30) e dell'art. 2 della medesima delibera nella parte in cui prevede che il numero degli Assessori non possa essere superiore a 8 (anziché a 6), in contrasto con i principi di coordinamento della finanza pubblica stabiliti dall'art. 14, c. 1, del d.l. n. 138 del 2011;
2) l'inammissibilità delle censure riferite all'art. 127 Cost. per carenza assoluta di motivazione.
Le disposizioni statali summenzionate, al fine del contenimento della spesa pubblica, impongono alle Regioni di adeguare, nell'ambito della propria autonomia statutaria e legislativa, i rispettivi ordinamenti a determinati parametri.
In particolare, per le Regioni con popolazione inferiore ai due milioni di abitanti (sulla base delle rilevazioni statistiche fornite dall'ISTAT, la Calabria risulterebbe avere 1.958.418 abitanti), si prevede che il numero di consiglieri regionali non deve essere superiore a 30 (lettera a), mentre il numero degli assessori regionali non deve essere superiore ad un quinto del numero dei componenti del Consiglio regionale (lettera b), quindi a 6.
Occorre ricordare che, già in data 22 aprile 2013, il Consiglio regionale della Calabria aveva 
approvato in prima lettura la proposta di legge statutaria n. 14/9^ recante "Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)" che riduceva a 30 il numero dei consiglieri e prevedeva un numero di assessori non superiore a 6, adeguandosi ai parametri fissati dal d.l. n. 138 del 2011.
Ad oggi, tuttavia, non si è ancora provveduto ad approvare alcuna revisione dei collegi elettorali regionali nè è stato completato l’iter approvativo della stessa proposta di legge statutaria in seconda lettura.
La sentenza della Corte Costituzionale, alla luce anche della mancanza di una legge regionale aggiornata e adeguata alle esigenze territoriali attuali, riapre, quindi, una problematica di equità nella rappresentanza democratica di tutti i territori all’interno del consiglio regionale della Calabria.

Dalle poche ed incomplete informazioni trapelate da Palazzo Campanella,  sembra che la nuova legge elettorale regionale potrà essere subordinata, eventualmente, all’approvazione del cosiddetto Italicum (proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione vincente che raggiungerebbe il 37% dei voti), ma potrebbe variare anche in caso di soppressione delle Province.
Allo stato attuale, però, la legge impone di mantenere inalterati i 5 attuali collegi calabresi e proprio in virtù di ciò è necessario garantire l’elezione di adeguate rappresentanze per ognuna di queste circoscrizioni elettorali, assicurando la presenza delle donne nelle liste nei collegi in cui si candidano almeno 3 consiglieri per ogni simbolo.
Sono numerose e variegate le proposte e/o possibili prescrizioni che potrebbero essere apportate alla necessaria revisione della regolamentazione elettorale regionale e che garantirebbero le piccole province, ma alla data odierna non è dato conoscere qual è lo stato dell’arte né quante e quali le proposte sono state messe in discussione al fine di garantire la nostra provincia.
L’Assemblea Provinciale del PD, ribadisce che diviene fondamentale, in questa importante fase della legislatura regionale, tutelare la rappresentanza dei piccoli territori calabresi come Crotone e Vibo alle prossime elezioni.
Pertanto, al fine di poter affrontare i prossimi impegni elettorali con regole certe che tutelino il nostro territorio, troppe volte ormai vittima i incursioni e di depauperamenti politico amministravi, l’Assemblea Provinciale del Partito Democratico

chiede
  1. al segretario regionale del PD, On. Ernesto Magorno, l’apertura di un tavolo di discussione sulla nuova legge elettorale regionale, prima della seduta di consiglio regionale del 31 marzo p.v., che preveda, oltre alla partecipazione degli attuali consiglieri regionali del Pd ed eventualmente degli altri alleati del centro-sinistra, anche i cinque segretari delle Federazioni provinciali.
  2. Ai consiglieri regionali del territorio, di maggioranza e opposizione, di trovare unità su questa delicata questione perché la provincia di Vibo Valentia, soprattutto in considerazione del fatto che si tratta di  territorio svantaggiato, merita una adeguata presenza nell’assise di palazzo Campanella che possa tutelare e garantire le istanze delle cittadinanze di riferimento. È questo un principio di rappresentanza democratica che deve essere sancito nelle nuove regole elettorali, che in nessun modo può essere soprasseduto, perché sarebbe antidemocratico e irrispettoso per una fetta importante di elettorato calabrese.
Assemblea Provinciale
del Partito Democratico
di Vibo Valentia 

Gruppo #PDVibo: Sul porto di Vibo Marina cerchiamo soluzioni condivise.

Come la bella addormentata che si risveglia. Cosi si presentano le prese di posizioni di NCD e Forza Italia apparse in questi giorni, riguardo la decisione di escludere il porto di Vibo Marina come scalo dei vari itinerari della Costa Crociere. Già perché la domanda sorge spontanea: dove erano lor signori in questi lunghi quattro anni quando come gruppo PD abbiamo più volte chiesto una seria e condivisa discussione sulla più importante infrastruttura della nostra città? Alle nostre continue sollecitazioni, questi signori che oggi, in prossimità della campagna elettorale, si ergono a paladini del porto di Vibo Marina, non abbiamo mai ottenuto nessuna risposta.


Ma chi ha tempo non perda tempo, e dunque l’occasione è propizia per rinnovare l’invito ad affrontare in consiglio comunale, alla presenza dei rappresentanti della Regione Calabria, che vogliamo ricordare a maggioranza FI-NCD ecc., una seria discussione sul futuro del Porto, in modo che una volta per tutte ognuno si assuma le proprie responsabilità.
L’esclusione del nostro porto come scalo delle navi da crociera della società Costa Crociere, dovrebbero portare tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale ad una seria ed approfondita riflessione in modo che finalmente si faccia fronte comune su una battaglia che non può vedere il nostro territorio ancora una volta essere maltrattato da una Regione che da sempre lo beffeggia.
Si inizi dunque a chiedere con forza, convinzione e in maniera condivisa il trasferimento nelle casse del Comune di Vibo Valentia delle accise derivanti dagli introiti dei depositi costieri( da noi chiesto sin dall’insediamento della giunta D’Agostino).
Si faccia capire alla Regione che il nostro Porto necessita di una seria programmazione di interventi mirata ad esempio all’allungamento del molo foraneo ed il consolidamento delle banchine, all’aumento del pescaggio del porto.
Riteniamo improcrastinabile una discussione su questi punti, anche perché se non si interviene con urgenza si rischia di essere costretti a fermare la movimentazione di ogni genere nel nostro PORTO. Bisogna puntare alla realizzazione di opere strutturali in grado di aumentare la competitività del porto e del sistema urbano nato attorno al porto.
Sono questi alcuni dei temi su cui vorremmo che si discutesse in un consiglio comunale alla presenza del presidente della Regione Calabria e dei consiglieri regionali della nostra provincia.
Pertanto ribadiamo l’invito a tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale a presentare un ODG condiviso per dimostrare a chi governa la Regione Calabria che Vibo Valentia esiste, ed ha la maturità giusta per far sentire la propria voce.

GRUPPO CONSILIARE
PARTITO DEMOCRATICO VIBO VALENTIA

Documento sottoposto all'Assemblea Provinciale del PD di Vibo Valentia sulla legalità


La Politica deve assumere come sua missione l’affermazione dei valori della legalità non solo attraverso iniziative mirate ed eventi ma, soprattutto, mediante l’azione quotidiana dei propri rappresentanti. Solo così saremo in grado di far riacquisire ai cittadini la speranza e la fiducia nell’istituzione e potremo far valere  l’autorità della legge, esigendo da tutti in modo imparziale il rispetto delle regole.  

Dall’ultimo report di LegAutonomie Calabria sulle intimidazioni agli amministratori locali presentato a Cosenza lo scorso mese di febbraio, emerge che  oltre il 50% dei comuni sciolti nel 2013 per mafia (9 su sedici) sono in Calabria.

Dal 1991 ad oggi, sempre secondo quanto emerge dallo studio, un comune calabrese su dieci (12,5%) è stato interessato da almeno uno scioglimento per mafia, con punte elevatissime in provincia di Reggio Calabria (32%) e di Vibo Valentia (24%) e più modeste nelle altre province.
Dei nove comuni che compongono la “Costa degli Dei” ben sei nel tempo, alcuni anche più di una volta, hanno subito lo scioglimento del consiglio comunale, per ingerenze della criminalità organizzata tali da esporre le amministrazioni a pesanti condizionamenti. Da ultimo i Comuni di Joppolo e Ricadi.
Il territorio vibonese è purtroppo da tempo a pieno titolo inserito nell'elenco dei territori afflitti dalla criminalità organizzata e gli ultimi episodi, in ordine di tempo, lo testimoniano in maniera chiara.

Gli arresti recenti sono una parziale spiegazione dei silenzi e dei timori percepibili nella nostra realtà. Tuttavia bisogna andare oltre, fino a mettere allo scoperto le radici sociali di fenomeni che non possono essere spiegati solo con la disonestà personale di funzionari e singoli amministratori, ma assumono la dimensione sistemica di una società che sa ma per paura e convenienza continua a tacere.
Quindi, dinanzi alla complessità della questione non possiamo cancellare il nostro dovere di reagire alla sfida criminale, investendo sulla cultura della legalità, sullo sviluppo e sulla crescita del territorio affermando sempre di più l’autorità dello Stato e delle sue regole di civile convivenza.
Per fare tutto ciò è di fondamentale importanza iniziare dalla scuola quale luogo di formazione della nostra futura classe dirigente.
Il traguardo finale indicato da Reggi, Sottosegretario all’istruzione, all’incontro sulla legalità tenutosi a Pizzo Calabro, è ancora più ambizioso: «La Scuola che abbiamo in mente deve contribuire in maniera decisiva a ripristinare la coesione sociale compromessa dalle crisi di credibilità subite negli ultimi anni dall’economia e dalla politica».
Occorre continuare a dimostrare che veramente la legge è uguale per tutti e che non ci sono persone, clan e sacrari inattaccabili. Il lavoro della magistratura, delle forze dell'ordine, di tanti educatori sparsi anche nelle zone più impervie della Calabria deve continuare per sconfiggere definitivamente la 'ndrangheta ed il malaffare ad essa funzionale. E' una scelta di vita che non può essere delegata ad altri: è un compito di tutti noi, di cittadini singoli ed associati che desiderano vivere in una Calabria libera e non violenta, e soprattutto è un compito della politica. E' un impegno da condividere e che certamente ci farà finalmente dimostrare che lo Stato c'è. E’ necessario rafforzare l'opera di contrasto alla criminalità svolta dalle Forze dell'ordine e dalla magistratura, potenziandone l'organico e supportandoli di mezzi al fine di garantire maggiore sicurezza e tranquillità a tutti i cittadini che vivono e operano sul territorio.

Negli ultimi anni c'è stata un'evidente sovraesposizione dei sindaci  che non possono diventare, però, il parafulmine della legalità sui territori. Troppi poteri concentrati in questa figura espongono a condizionamenti.
Bisogna ridare funzione e ruolo agli organi collegiali per garantire maggiore trasparenza nell'azione amministrativa e maggiore democrazia. Sarebbe necessaria una ulteriore riforma. Lo stesso spoil system in Italia non sempre ha saputo dare risposte anche in termini di competenza dei dirigenti nominati dalla politica. Purtroppo, i partiti hanno divorato gli apparati burocratici, distruggendone l’imparzialità prescritta dall’articolo 97 della Carta Costituzionale, scegliendo capi e sottocapi attraverso lo spoils system, ma “il dirigente selezionato per meriti politici diventa giocoforza un politico lui stesso, acquista l’autorità per governare in luogo del governo, si sostituisce legittimamente al suo ministro”.

Altro elemento fondamentale per la legalità è la necessaria trasparenza e chiarezza nelle attività della Pa: ogni centesimo speso dalla pubblica amministrazione dovrà essere visibile on line e consultabile da parte di tutti. Questo non significa solo il Freedom of Information Act, ma una rivoluzione nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione tale per cui il cittadino può verificare giorno dopo giorno ogni gesto che fa il proprio rappresentante.
Tutti i funzionari e dirigenti non devono essere sottratti alle loro responsabilità: erariali, penali e civili. Se ne aggiungerà un'ulteriore, quella da mancato raggiungimento degli obiettivi, una responsabilità che va a tradurre in italiano la cosiddetta accountability.

La politica deve essere custode attenta e scrupolosa del nostro territorio e non vogliamo che siano altri, meno attenti e senza scrupoli, a decidere cosa farne, a decidere di abbrutirlo, di trasformarlo con illegittimi abusi.
La XIX edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", che si svolgerà a Latina il 22 marzo, sia da monito affinché venga affermato l’alto senso della legalità, di quella legalità che va nella direzione del bene comune e dell’interesse generale.

Assemblea Provinciale del Partito Democratico di Vibo Valentia 
( 20 marzo 2014)