L’esempio è forse minimalista se non banale ma mi ha colpito,
navigando sul web, la posizione che ha preso una cantante, neppure troppo
famosa, sto parlando di Giusy Ferreri, che si spende per la causa contro il
“femminicidio” vestendosi da bambola. Mutuando la performance della più famosa
Emma che ha percorso prima di lei questa strada di testimonianza. La Ferreri ha
fatto di più. Ha dedicato al tema in questione l’ultimo singolo, dal titolo “La
bevanda ha un retrogusto amaro”, affrontando in chiave grottesca il tema della
violenza sulle donne e in particolare quello della cosiddetta droga dello
stupro, ovvero il fenomeno sempre più diffuso dell’assunzione inconsapevole di
stupefacenti finalizzata alla violenza sessuale. Insomma, ci sono tanti modi
per dibattere questa materia e ogni contributo è necessario per tenere vivo
l’argomento, per alimentarlo in termini di attenzione, consapevolezza, allerta
sociale, complicità di genere.
Il termine il
“femminicidio”, lo ricordo a me stessa, è stato coniato dal legislatore per
dare una determinata forma propria a questa tipologia di reato, distinguendolo
dall’omicidio in genere, per poter sanzionare il reato in maniera più adeguata.
La parola “femminicidio”, nasce per indicare l’omicidio della donna in
quanto donna, quindi non solo moglie o ex partner, ma anche
ragazze uccise dai padri, ad esempio perché rifiutano un matrimonio imposto;
donne uccise dall’AIDS contratto da un partner sieropositivo; le prostitute
uccise da clienti troppo pretenziosi. E siamo nel Terzo Millennio.
Una parola che spesso preceduta da un’altra parola: “stalking”, che
molte vole ne è il corollario. Infatti continuano a crescere i dati di reati di
stalking sia su scala nazionale quanto locale, dati che diventano ancor più
preoccupanti quando si trasformano in un vero e proprio crimine nei confronti
della donna. Sicché le parole, “stalking” e “femminicidio” oramai sono entrate
nel nostro vocabolario quotidiano ma a volte utilizzate erroneamente senza
conoscere fino in fondo le implicazioni penali previste dalla legge per questi
due reati.
Il
giorno delle festa della donna il ministero dell’Interno ha diffuso alcuni
dati: dai 528 omicidi del 2012 si è passati ai 501 del 2013, mentre per i
femminicidi, all’opposto, dai 159 registrati due anni fa si è arrivati l’anno
scorso a quota 177, quasi uno ogni tre giorni. Lo stesso conferma l’Eures, che
ha recentemente pubblicato un rapporto sull'omicidio volontario. Dal dossier
emerge come nel contesto familiare e affettivo la vittima sia principalmente
donna (61,1%), di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Mentre il killer in oltre
9 casi su 10 è un uomo.
Per
fare quella rivoluzione culturale necessaria è necessario rifinanziare centri e
associazioni che si occupano della questione, come ammonì anche l’Europa con la
Convenzione del 7 aprile 2011 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza
nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata in
Italia il 19 giugno scorso.
Così nell’agosto dello scorso anno del 2013 è stato approvato un altro decreto tramite cui si prevede anche un finanziamento “per la realizzazione di azioni a sostegno delle donne vittime di violenza”. Dieci milioni per il 2013. Ma non basta: governo e Parlamento sembravano voler fare realmente sul serio, e allora è stata inserita un’ulteriore norma nella legge di stabilità 2014, attraverso cui si è incrementato il fondo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016. Un finanziamento significativo per far partire il “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”.
Ma all’oggi i fondi del piano non sono stati stanziati visto che manca l'ok del “ministro delegato per le pari opportunità”. Aspetto come donna e come dirigente provinciale del Pd risposte dal premier Matteo Renzi sull’argomento.
Così nell’agosto dello scorso anno del 2013 è stato approvato un altro decreto tramite cui si prevede anche un finanziamento “per la realizzazione di azioni a sostegno delle donne vittime di violenza”. Dieci milioni per il 2013. Ma non basta: governo e Parlamento sembravano voler fare realmente sul serio, e allora è stata inserita un’ulteriore norma nella legge di stabilità 2014, attraverso cui si è incrementato il fondo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016. Un finanziamento significativo per far partire il “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”.
Ma all’oggi i fondi del piano non sono stati stanziati visto che manca l'ok del “ministro delegato per le pari opportunità”. Aspetto come donna e come dirigente provinciale del Pd risposte dal premier Matteo Renzi sull’argomento.
MARIA
CANDUCI
Assemblea provinciale PD Vibo Valentia
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